Traduttore: Giuseppina Oneto
Casa editrice: Adelphi
Collana: Fabula 
Anno pubblicazione: 2007
Prezzo: 16,50
Genere: letteratura internazionale 
Titolo originario: Someday this pain will be useful to you

James è un ragazzo dell'alta borghesia newyorkese solitario, ironico, introverso. La madre ha appena rotto il suo terzo matrimonio durante il viaggio di nozze; la sorella ha una relazione con un professore di teoria del linguaggio; il padre fa i soldi a Wall Street. Quanto a lui, amici non ne ha perché i coetanei lo annoiano: le sole persone con cui ha una relazione buona sono la nonna e John Webster, il gestore della galleria d'arte contemporanea, che sua madre ha aperto più per "fare qualcosa" che per reale interesse.

Ha deciso che non andrà all'università: troppa gente insopportabile della sua età, che gli provoca, sul serio, fenomeni di panico. Per coltivarsi bastano i libri; vuole anche fuggire dalla città e visita su Internet le agenzie immobiliari in cerca di una casa in qualche sperduta località del Midwest in cui trasferirsi per vivere quieto e dimenticato, magari lavorando in una biblioteca: "un luogo dove la gente è costretta a parlare sottovoce e solo quando è necessario. Magari il mondo fosse così!".


Con gli occhi di questo ragazzo, con i suoi pensieri, con la sua ironia pungente mi sono immersa nella sua vita scombussolata. A volte daccordo altre volte infastidita dal suo pessimismo, sono tornata indietro con gli anni rendendomi conto che l'adolescenza è un momentaccio specie se sei tremedamente intelligente e sensibile. 

Ragionamenti profondi, situazioni imbarazzanti, incontri divertenti e anche un pò di storia in questo diario scritto da un Holden dei giorni nostri.

...un assaggio... 

"Quasi tutti pensano che le cose non sono vere finché non sono state dette, che sia la comunicazione, non il pensiero, a dargli legittimità. E’ per questo che la gente vuole sempre che gli si dica: “ti amo, ti voglio bene”. Per me è il contrario: i pensieri sono più veri quando vengono pensati, esprimerli li distorce e li diluisce, la cosa migliore è che restino nell’hangar buio della mente, nel suo clima controllato, perché l’aria e la luce possono alterarli come una pellicola esposta accidentalmente...."

Chiara

2 commenti:

  1.  L'assaggio pare sia stato scritto per me...parlassi un po' meno, mi eviterei tante noie e tante situazioni complicate e complesse.



    Me lod evi prestare o regalare per Natale...che sfacciata!!! :) ...ma con te, cara Tresor, posso...vero? ;)



    Un bacione

    Rafy

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  2. Sì... era venuto a mente Holden anche a me... ma l'hai già scritto te: mi hai fregato. =)



    Però Holden alla fine non si crogiolava nel pessimismo. Anzi, Holden era un gran ganzo, alla fine. Un bohemien che succhiava tutto il midollo della vita.

    Faceva il pessimista, come fanno tanti raggazzuoli, per fare il fico. =)

    Dice che funziona.

    Io li picchierei, invece, c'est la vie.

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