Editore: BUR
Collana: Opere di Oriana Fallaci
Pagine: 320

Data pubblicazione: 1998
Prezzo: 8 euro

La storia racconta di Giovanna detta Giò: è Penelope, l’emblema della donna libera che non si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela in attesa del ritorno di Ulisse, ma si mette in viaggio per trovare la sua reale identità e indipendenza. Una ragazza  che non esita a sfidare le convenzioni e le ingiustizie di una società maschilista e, decisa a lasciare la sua Italia per raggiungere il luogo tanto desiderato, gli Stati Uniti d’America, si innamora con ribellione di un uomo debole e incerto che si rivela omosessuale e affronta con coraggio il triangolo in cui si trova coinvolta da Richard (l'uomo che ama) e Bill (l'uomo amato da Richard). Giò, che una decina d’anni dopo potrebbe essere la protagonista di “Lettera a un bambino mai nato”, troverà, infine, la risolutezza necessaria per disincantarsi e fuggire, abbandonando per sempre sia il sogno d’amore di quand’era bambina, che lo spietato microcosmo newyorkese.

...leggerlo perché...

 Grazie all’intensa Fallaci nel rendere le parole vive e pulsanti, sentiamo sulla nostra pelle, come scosse elettriche, sentimenti travolgenti quali la passione, l’angoscia e la paura.       
                      ...un assaggio...

 “…la casa non è quella dove ti è capitato di nascere, la casa è quella che scegli quando sei adulto e puoi decidere su ciò che ti piace o ciò che non ti piace, sugli anni che ancora vivrai…”

“…non esistono buoni e cattivi. Esistono solo momenti in cui siamo buoni e momenti in cui siamo cattivi…”
 
“…io sono tornato ma non vorrei farti del male. È così facile fare del male a chi non è preparato a riceverlo…”

“…sei una medusa. Una graziosa medusa che brucia chi si avvicina…”

“…una voglia di litigare, certo: ma allo stesso tempo una voglia di ascoltare la sua voce fonda, piacevole. Una voglia di cacciarlo, certo: ma allo stesso tempo una voglia di averlo lì, di saperne di più…”
 


Rachele







Regia: Francesca Comencini 
Soggetto: tratto dall'omonimo romanzo di Valeria Parrella 
Sceneggiatura: Francesca Comencini, Federica Pontremoli 
Attori: Margherita Bui, Salvatore Cantalupo, Guido Caprino, Maria Paiato, Gaetano Bruno, Antonia Truppo, Giovanni Ludeno 
Fotografia: Luca Bigazzi  
Montaggio: Massimo Fiocchi 
Produzione: Fandango 
Distribuzione: 01 Distibution 
Paese: Italia 2009 
Genere: Drammatico 
Durata: 98 Min

Maria aspetta una bambina: non è incinta, ma, in bilico fra vita e morte, aspetta lo stesso. Aspetta che sua figlia nasca, o muoia: nata prematura, respira dentro lo spazio bianco di una piccola incubatrice. Maria ha  poco più di quarant'anni, vive a Napoli e lavora come insegnante in una scuola serale: abituata a fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze e a decidere con piena autonomia della propria vita, si ritrova legata indissolubilmente a Irene e a vegliare giorno dopo giorno sulla sua vita. Si costringe ad escludere il mondo intero e si chiude in una bolla di solitudine, imprigionandosi nello spazio bianco dell'attesa e, sola, passa lunghe giornate con le mani sull’incubatrice. E' necessario che Maria salvi se stessa per riuscire a salvare la bambina: alla fine permette al mondo di irrompere nuovamente nella sua esistenza e si concede il privilegio di ritornare a vivere.

                     ...vederlo perché...

 Perché si comprende l’importanza di aspettare un bambino insieme e ci si trova a dare un particolare valore alla figura paterna: come sottolinea un’altra madre bloccata nello spazio bianco dell’attesa, non è la donna ad essere incinta, sono una donna e un uomo ad essere “incinti”. Perché, con l’eccezionale interpretazione di Margherita Buy, ci si emoziona a vedere la forza e, contemporaneamente, la disperazione di una donna, che, inaspettatamente, dona la vita, si trova madre ed è orgogliosa di esserlo, pur essendo intrappolata nell’attesa. Perché lo sfogo che Maria ha al telefono con il suo amico Fabrizio, stringe lo stomaco e racchiude in poche parole il valore di essere madre. Madre e donna.

Rachele